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Ebbene sì, la pasta è un cibo sostenibile!

Come la pasta può salvaguardare il pianeta? – …e per quel che riguarda il packaging? – Il nostro ruolo nel rendere la pasta sostenibile

Cosa c’è di più bello di mangiare un piatto di pasta fumante durante il pranzo o la cena? Una piccola gioia che dà alle nostre giornate un tocco di felicità e delizia il palato con dei sapori prelibati. Sarà scontato dirlo, ma gli italiani (e non solo) non possono proprio fare a meno di questo cibo.

Oltre a essere buona, la pasta fa bene alla salute come dimostrano vari studi condotti da esperti in materia, perchè, ad esempio, aiuta il funzionamento del cuore e se cotta nel modo giusto, può abbassare l’indice glicemico e non fa ingrassare.

Ma se vi dicessimo che la pasta è anche un cibo sostenibile?! Esatto, avete letto bene: l’alimento preferito dagli italiani permette di salvaguardare il pianeta che abitiamo e renderlo un posto migliore. In che modo, però, è capace di fare ciò? Scopriamolo all’interno di questo articolo.

Come la pasta può salvaguardare il pianeta?

Il punto di partenza nel fare della pasta un cibo sostenibile è sicuramente la scelta relativa al campo in cui coltivare il grano. Molti produttori italiani, che hanno a cuore la questione ambientale, decidono di ospitare questa materia prima in dei campi in cui si ripudiano ogni utilizzo di pesticidi e agenti inquinanti, preferendo, invece, il carattere biologico e la totale genuinità nella coltivazione. Dunque, un grano privo di insetticidi e prodotti simili non rilascia nell’aria quelle sostanze che non fanno altro che arrecare dei danni al nostro habitat oltre a togliere quel gusto naturale e autentico alla pasta prodotta.

La volontà di diversi pastifici italiani, tra cui La Pasta di Camerino, è quella di optare unicamente per del grano di origine italiano per dare vita al nostro cibo più amato. Operando in questo si ha il pieno controllo sulla provenienza del grano e, aspetto più importante in un’ottica di sostenibilità ambientale, si diminuiscono l’inquinamento e i consumi prodotti dallo spostamento del grano verso il luogo in cui esso sarà lavorato. Sì, perché un grano a km 0 ha un impatto ambientale minimo in termini di polluzione derivante dall’utilizzo dei mezzi di trasporto.

Collegato al discorso dell’inquinamento, c’è quello delle attrezzature utilizzate nel processo produttivo della pasta. Quasi tutti i produttori si sono dotati, infatti, di macchinari che possano abbassare l’emissione di anidride carbonica. Già dal 2016, AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta) segnalava che l’emissione di CO2 nella realizzazione della pasta si era abbassata di circa il 21% rispetto agli anni precedenti.

Anche la questione dell’acqua impiegata nella produzione della pasta è centrale nel discorso sulla sostenibilità di tale alimento. Dalle rilevazioni effettuate da diverse organizzazioni di ricerca si stima che, in media, un pastificio usa meno di tre litri di acqua per dare forma a un chilo di pasta.

Per quel che riguarda il lato prettamente culinario, la pasta si presta alla perfezione a essere riutilizzata anche il giorno dopo essere stata consumata. Anzi, in alcuni casi è ancora più buona. Quante volte ci è capitato di riscaldare la pasta mangiata nel pranzo o nella cena del giorno prima e servirla a tavola. Addirittura, esistono anche diverse ricette per rendere ancora più buona la pasta del giorno prima. Aggiungendo uova, sale, pepe, parmigiano alla pasta e amalgamando il tutto è possibile ottenere un frittata di pasta davvero gustosa. Oppure, in alternativa, si può condire la pasta avanzata con besciamella e mozzarella, passarla in forno e consumarla il giorno dopo. Tale pietanza prende il nome di timballo di pasta.
Grazie a questi piccoli accorgimenti, perciò, è possibile mangiare un piatto gustoso senza dover cuocere da capo la pasta con tutti i consumi e gli sprechi che ne conseguono.

…e per quel che riguarda il packaging?

La quasi totalità delle confezioni di pasta in commercio sono composte da materiali riciclabili come il film in plastica e il cartoncino. Ciò comporta un utilizzo della plastica praticamente ridotto allo zero. I pastifici che non avevano ancora adottato questo comportamento ora stanno virando verso packaging sostenibili, aiutando a diminuire l’inquinamento che affligge la Terra.

Il nostro ruolo nel rendere la pasta sostenibile

In quanto abitanti di questo pianeta, è nostro obbligo salvaguardarlo e lasciarlo nel migliore stato possibile a coloro che verranno dopo di noi. In riferimento alla pasta, ecco alcuni accorgimenti per fare della pasta un cibo sostenibile a tutti gli effetti:

  • utilizzare la minore quantità di acqua possibile per la cottura. Generalmente, c’è bisogno di un litro di acqua per cuocere 100 grammi di pasta. Tuttavia, nel caso di formati di pasta corta se ne può utilizzare circa 700 ml.
  • mettere sempre il coperchio sopra la pentola. Questo trucchetto serve a far bollire l’acqua più velocemente e a consumare, quindi, meno gas.
  • non mettere il sale prima che l’acqua bolla. Non si deve fare ciò dal momento che il sale rallenterebbe il processo di ebollizione.
  • usare l’acqua di cottura per annaffiare le piante. Un buon modo di riciclare l’acqua di cottura, che altrimenti verrebbe gettata nel lavandino, consiste nel riutilizzarla per annaffiare le piante presenti nella propria abitazione.