Successione ed eredità dopo divorzio: cosa fare?
Successione ed eredità dopo divorzio sono delle situazioni un po' difficili da gestire, ma soprattutto impossibili da gestire da soli. Ci sono diverse modalità di separazione e di divorzio e in base a queste si stabiliscono le modalità di successione e di eredità.
Per capire come fare, si può fare riferimento a un avvocato divorzista Verona, oppure a un consulente matrimoniale, o ancora a un notaio. Come funziona il tutto? Qui troverai le risposte alle domande più frequenti.
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Indice dei contenuti
Il divorzio: come si gestisce la successione?
Successione ed eredità dopo divorzio dipendono da come si è gestito in divorzio. Quali sono tutte le modalità?
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Separazione consensuale. In questo caso, l'ex moglie o l'ex marito hanno diritto alla casa e ai mobili in essi contenuti. Nulla è dovuto a eventuali compagni/compagne.
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Separazione con addebito. Se il de cuius ha avuto l'addebito, l'altro coniuge ha diritto a ottenere un assegno che sostituisce gli alimenti (se dovuti già prima). Se non si sono pagati gli alimenti, ma l'ex coniuge ha diritto per sentenza, allora l'ex coniuge ha un credito che può vantare direttamente sull'eredità.
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Divorzio consensuale e non. L'ex moglie o l'ex marito non ha diritto a nulla, a meno che non dimostra di avere un grave stato di disagio economico. In questo caso, può avere diritto alla pensione di reversibilità se prendeva già l'assegno di divorzio, ma solo se non si è risposato/a.
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Spese di successione: ci sono?
Le spese di successione riguardano tutti gli eredi. Così, l'ex moglie o l'ex marito, se hanno diritto all'eredità, hanno contestualmente l'obbligo a pagare le tasse di successione.
Queste sono valide solo se si supera un milione di euro ed è pari al 4% per coniugi e figli. Per fratelli e sorelle, l'aliquota sale al 6% e si parte da 100mila euro in su per singolo parente. Per gli altri parenti, la tassa è del 6%, senza cifre di esenzione. Infine, per tutti gli altri eredi, c'è l'8% di tasse da pagare senza cifre di esenzione.
Ci sono dei beni particolari dove non si pagano le spese di successione. Quali sono?
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Titoli di Stato o UE;
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aziende, quote, ecc. se gli eredi prendono le redini dell'azienda per almeno 5 anni;
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TFR/fondi di previdenza complementare;
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veicoli;
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polizze vita.
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La questione figli
I figli hanno sempre diritto all'eredità, in ogni caso, almeno per la legge italiana. Anche i figli illegittimi hanno pari accesso all'eredità, a patto di poterlo dimostrare con un test di paternità.
I figli hanno diritto alla quota di legge, ma il de cuius può scrivere di non dare altro nel testamento oltre quello strettamente necessario a quanto disposto dalla legge. In questo caso, il de cuius può chiedere informazioni al notaio.
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Quali sono i beni che rientrano nella successione e nell'eredità?
La risposta più semplice è tutti.
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Denaro;
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Titoli, azioni, obbligazioni, fondi;
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Beni immobili e mobili;
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Diritti d'autore;
qualsiasi cosa anche di minimo valore che possa in qualche modo essere collegata legalmente al de cuius, tranne una cosa. In base alle nuove normative, per le banche è impossibile aggredire i beni degli eredi se il debitore muore.
Questo le banche lo sanno bene, tanto che hanno delle polizze speciali per gli anziani dove possono aggirare l'ostacolo e chiedere comunque ai parenti di pagare al posto della persona che è morta.
In questo caso, conviene basarsi sulla consulenza tecnica di un legale per capire se si deve pagare, oppure se l'istituto di credito non ha diritto a quanto richiesto. Dipende molto dalle situazioni e dal tipo di prodotto assicurativo o finanziario firmato dalla persona che non c'è più.
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I compagni o le compagne hanno diritto all'eredità?
I compagni o le compagne possono avere diritto all'eredità solo se:
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la persona defunta è divorziata;
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la persona defunta ha dichiarato di essere convivente come coppia di fatto o altro al Comune di residenza.
Entrambe le opzioni devono esserci al momento dell'apertura del testamento per poter ottenere delle quote di legge. In ogni caso, si sarà secondi ai figli, che avranno la priorità. Altrimenti, il de cuius può indicare nel testamento, oltre alle quote di legge, che una parte spetti al compagno o alla compagna(ma non è obbligato).