Stage: cosa devi sapere per non essere sfruttato
Il mercato del lavoro è sempre molto competitivo e difficile da affrontare. Uno degli strumenti più efficaci per accedere al mondo del lavoro o, comunque vada, per comprenderne i meccanismi è lo stage; si tratta di uno strumento adottato sia nel privato che nell’amministrazione pubblica e se desideri conoscere opportunità di stage e formazione puoi consultare sia il sito NoiPA che www.arealavoro.org. Ma a cosa serve uno stage? È davvero una forma di sfruttamento del lavoro non retribuito o retribuito male? Sfatiamo alcuni miti e leggende sugli stage.
Cos’è uno stage e a cosa serve?
Lo stage non è un contratto di lavoro, ma una formula di apprendistato non retribuito con il quale acquistare competenze da spendere in futuro sul mercato del lavoro vero e proprio. Le tipologie di stage o tirocinio sono due:
- Stage curriculare;
- Stage extra-curriculare.
Il primo si svolge all’interno del percorso di studi universitario (alcuni piani di studio lo richiedono come obbligatorio) e viene attivato tramite un ente promotore accreditato come un’università o altro ente pubblico o privato. Lo stage extra-curriculare, invece, si rivolge ai giovani laureati entro il primo anno dal conseguimento del titolo di studio. Per chi supera il termine dei 12 mesi, sono previsti stage/tirocini di inserimento o reinserimento pensati per i disoccupati e gli inoccupati. Infine, esiste lo stage di formazione per persone con disabilità o svantaggiate.
Lo scopo dello stage è la comprensione delle dinamiche di lavoro per l’acquisizione di metodi e competenze. Purtroppo, molto spesso questo strumento viene abusato per equiparare il lavoro di uno stagista a quello dipendente, ma privo di retribuzione. È bene sapere che esistono i contratti di apprendistato che permettono a un giovane di entrare nel mercato del lavoro a differenza dello stage che serve come prima infarinatura.
Per evitare che uno stage di trasformi in un contratto di lavoro mascherato bisogna osservare due parametri:
- La durata dello stage;
- Il contenuto formativo e mansioni assegnate.
La durata massima di uno stage universitario è di 6 mesi (prolungabile su richiesta di ulteriori 6 mesi), mentre lo stage extra-curriculare non può durare più di 6 mesi. Il contenuto formativo deve rispondere ad un’attività effettiva per l’acquisizione di competenze non elementari da utilizzare nel lavoro. Il tirocinante deve essere seguito da un tutor. Un ente affidabile è in grado di fornire stage in cui allo stagista vengono fornite le possibilità di svolgere tutte le mansioni lavorative nell’ambito prescelto. L’orario di lavoro degli stage è regolamentato a livello regionale e può variare; in genere, i tirocinanti:
- Non possono sostituire i dipendenti nei periodi di picco di attività;
- Non possono sostituire i dipendenti in malattia, maternità o ferie;
- Possono essere assoggettati agli orari di lavoro previsti dall’ente tirocinante.
Stage: retribuzione si o no?
Lo stage non prevede retribuzione. Con la Legge Fornero del 2012 sono state introdotte delle retribuzioni di indennità per i soli tirocini extra-curriculari. Ogni regione definisce il limite di retribuzione che varia da un minimo di 300 € a un massimo di 600 €. Il mancato pagamento è una violazione delle legge. Per gli stage curriculari, invece, non è prevista retribuzione, a seconda del corso di studi, lo stage curriculare serve a ottenere crediti formativi.